
Autore: Tommaso Rinaldi
Data di pubblicazione: 11 giugno 2023
SONO TORNATE LE CEDOLE: GAME OVER! Un popolo finanziariamente bipolare
Le stratosferiche sottoscrizioni di BTP Valore fatte da 654.675 sottoscrittori per oltre 18 miliardi (frantumati tutti i record precedenti), non mi hanno affatto sorpreso; d’altronde, se le aste venivano allegramente assaltate quando i tassi erano vicino allo zero, perché i risparmiatori italiani dovevano farsi sfuggire questo strombazzatissimo 3 e rotti per cento?
Ma, soprattutto, perché si continua a dare fiducia ad un emittente (lo Stato italiano) di cui si dice pesta e corna dopo l’ascolto di ogni telegiornale e, al contrario, si ha una paura terrificante di tutto ciò che non è titolo di stato?
Al netto della pesante ignoranza finanziaria che avvolge le nostre scelte di investimento, dobbiamo prendere atto che, probabilmente, siamo un popolo finanziariamente bipolare; non c’è altra spiegazione.
So che non servirà a molto, ma provo a circostanziare questo mio pensiero.
Quale è la paura più forte di qualsiasi risparmiatore italiano? Perdere i propri soldi, giusto?
E quale è la cosa che più infastidisce l’investitore medio, sia esso meneghino o siciliano? La volatilità, corretto?
Bene.
Considerando che una quantità smisurata di investitori non conosce il funzionamento di un BTP, vediamo cosa è successo in questi anni al primo BTP trentennale della storia emesso il 1° novembre 1993- quello con la stratosferica cedola al 9% per intenderci- e confrontiamolo con il MSCI World, l’indice che racchiude all'incirca i migliori 1.600 titoli azionari globali in rappresentanza di 23 Paesi sviluppati, tra cui l’Italia ed i suoi titoli più rilevanti (ENI, Enel, Terna, ecc.).
Negli ultimi 10 anni:
A fronte di una volatilità più marcata per l’indice azionario, la perdita massima subita è stata quasi pari (-33% dell’indice contro il – 30% del BTP) ma il rendimento è stato abissalmente a vantaggio del “no, no, le azioni mi fanno paura!”
Se allunghiamo l’orizzonte a 20 anni:
la storia si fa ancor più complicata per il BTP 9%; al di là della performance sempre abissalmente a vantaggio del mercato Orco, negli ultimi venti anni la perdita massima del BTP è stata addirittura superiore all’indice azionario (-55,70% vs -53,31%) ma, soprattutto, mentre il secondo ha impiegato 2084 giorni per rivedere i massimi, il Miss Cedola 9% non ha mai più rivisto la sua massima quotazione, né nei venti anni né negli ultimi dieci:
Tacendo delle allegre sottoscrizioni fatte quando il titolo valeva 150 o 130 ( “Eh, ma mi danno una cedola del 9%!”) sono consapevole di non aver spostato di una virgola le convinzioni degli oltre 650.000 sottoscrittori di BTP Valore, ma un granellino di dubbio su tutti gli altri è lecito introdurlo; la pianificazione finanziaria, i tempi di spesa, gli obiettivi di vita e gli strumenti finanziari più efficaci ed efficienti per conseguirli dovrebbero essere la stella polare per consulenti e investitori.
Ma è davvero così?
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