
Autore: Tommaso Rinaldi
Data di pubblicazione: 07 luglio 2023
EEEEEEH, MA QUELLO E’ UN FIGLIO DI PAPA’!
Quante volte abbiamo sentito questa espressione per indicare chi può permettersi determinati oggetti, studi in università costose o un tenore di vita ben al di sopra della media?
Anche chi non ha avuto la fortuna di partire da condizioni economico-finanziarie particolarmente vantaggiose, tuttavia, potrebbe far diventare il proprio “un figlio di papà”; dal mio particolare osservatorio, posso affermare con certezza che sono tantissimi i risparmiatori che potrebbero accumulare ricchezze importanti per i propri figli (o per se stessi) ma non lo fanno per paura, non volendo assumersi il rischio di veder scendere il proprio capitale di qualche punto percentuale o, semplicemente, perché non conoscono la storia dei mercati finanziari e le statistiche ad esso collegate.
Iniziamo a scoprire cosa ci insegna la storia:
Sono numeri importanti e, soprattutto, molto positivi; basti pensare che se avessimo investito € 10.000,00 e aggiunto € 500,00 mensili sul mercato azionario internazionale 20 anni fa, ipotizzando il rendimento meno remunerativo della storia statistica (7,71% annuo), oggi potremmo contare su un capitale di € 330.628
E se avessimo allungato di altri 10 anni questo sacrificio, il capitale sarebbe stato di ben € 803.042,00: altro che “figlio di papà”!
E’ davvero impossibile fare un sacrificio di questo tipo? E’ davvero titanico investire una somma come questa (o adeguarla a quelle che sono le proprie possibilità) e lasciarla fruttare per il tempo necessario, senza farsi travolgere da questa o quella notizia negativa del momento?
A queste statistiche oramai consolidate, aggiungo l’esempio del più importante investitore del mondo, Warren Buffett, ed i dieci titoli più longevi del suo portafoglio:
Coca-Cola, è nel suo portafoglio da ben 34 anni e non è un caso che sia il titolo che vale(va) di più; eh già, perché in questa Top Ten di titoli più longevi (il più giovane è BYD con i suoi… 13 anni) ho aggiunto APPLE che è stata acquistata “solo” 7 anni fa, quando Warren Buffett aveva già varcato la soglia degli 86 anni, continuando con l’obiettivo di investire per il lungo termine. A 86 anni…
La cosa che più mi ha incuriosito della storia di questo uomo è che si fosse fermato ad investire a 60 anni, oggi sarebbe uno dei tanti sconosciuti milionari in giro per il mondo, con un valore del proprio patrimonio pari alla somma che Berlusconi ha complessivamente regalato a suo fratello ed alla sua ultima fidanzata; invece, il 97% del suo attuale patrimonio si è accumulato dopo i 60 anni, grazie a quella che Albert Einstein definiva l’8^ meraviglia del mondo: l’interesse composto.
Infatti, il patrimonio di Buffet, sommando i soli titoli di questo grafico, ammonterebbe ad oltre € 215 miliardi!
E che l’interesse composto sia fondamentale per ottenere risultati importanti nel tempo, lo si capisce da due dati presenti nella storia statistica iniziale: negli ultimi 40 anni, il rendimento annuo è stato del 9,61%, mentre negli ultimi 50 del 9,83%.
Sembrerebbe un’inezia quello 0,22%, eppure se mio padre avesse potuto investire per me € 10.000,00, dopo 40 anni mi avrebbe regalato un capitale di € 460.022, ma dopo 50 anni quello stesso capitale sarebbe stato pari a € 1.336.100; quell’inezia, dopo solo altri 10 anni, avrebbe fruttato ben € 876.078,00 in più!!!
Chissà se Nonno Libretta e Papà Bond, dopo aver letto questi dati, si trasformeranno in Nonno Buffet e Papà Stock; di certo se si alleassero, il primo con il versamento del capitale iniziale ed il secondo con quello mensile, creerebbero dal nulla finanziario un “nipote-figlio di papà” che, se lo vorrà, potrà permettersi studi e formazione di altissimo livello che a lui garantiranno un futuro più roseo e ai due alleati dei calorosi ringraziamenti per tutto il resto della vita.
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