Autore: Tommaso Rinaldi
Data di pubblicazione: 04 ottobre 2023
BTP VALORE 2028: ATTACCA IL CIUCCIO DOVE VUOLE IL PADRONE?
Da una decina di giorni è ripresa una tambureggiante campagna commerciale sull’emissione del BTP VALORE 2028 che sta nuovamente annebbiando la mente di centinaia di migliaia di risparmiatori; orde impazzite di formichine stanno assaltando telefonicamente gli sportellisti bancari alla conquista di questa preziosa (?) pepita, nonostante il grande tradimento del BTP ITALIA collocato appena 6 mesi fa con uno strombazzatissimo (ipotetico) rendimento del 7-8% e che, invece, ha regalato ai quasi 330.000 sottoscrittori la miseria di un roboante 1,34% lordo semestrale: un affarone!
Probabilmente, lo stolto sono io che, anziché fare un centinaio di telefonate, raccogliere una decina di milioni e incassare un compenso lordo importante, si affanna a cercare di far capire che è fondamentale avere consapevolezza nelle scelte d’investimento, così come fatto con il BTP Italia di marzo:
Tuttavia, non si tratta di demonizzare l’acquisto dei BTP (presenti nel portafoglio totale che gestisco per una percentuale pari al 14%) ma di cercare di capire perché i risparmiatori impazziscono davanti a certe sollecitazioni commerciali, evitando di capire quali sono i pro e i contro di un acquisto di questo tipo, se esistono valide alternative e, soprattutto, se tale strumento finanziario è utile al raggiungimento dei propri obiettivi.
Tra le caratteristiche a favore si possono tranquillamente annoverare:
- Strumento semplice e alla portata di tutti;
- Liquidità di compravendita garantita dal MOT;
- Una volatilità che si presenta abbastanza contenuta; salvo cataclismi, non dovrebbero esserci grossi scossoni visto anche il livello raggiunto dal tasso ufficiale di sconto oramai quasi vicino al “tappo”.
Quali sono, invece, gli aspetti sfavorevoli?
- Quei risparmi servono davvero fra 5 anni? Nel panorama complessivo degli investimenti finanziari, esistono alternative che soddisfano meglio le proprie aspettative in termini di rischio/rendimento?
- L’orizzonte temporale di breve-medio periodo è dettato dalla paura di perdere il proprio capitale o da una esigenza specifica?
- Ha senso legare tutto il proprio patrimonio, o una parte consistente di esso, ad un solo titolo (RISCHIO SPECIFICO) di un Paese con rilevanti problemi di debito pubblico?
Comprare BTP VALORE significa incorporare rischio specifico, costituito da:
- DEFICIT/PIL: 8%
- DEBITO/PIL: 145%
- SPESA PUBBLICA/PIL: 56,7%
Si ha consapevolezza di questi dati quando si sottoscrivono titoli di questo tipo?
Si ha consapevolezza che produrre maggiore DEFICIT comporta l’emissione di ulteriori BTP che, a loro volta, produrranno un DEBITO PUBBLICO sempre più alto e, quindi, problemi di spesa pubblica?
Si ha consapevolezza che lo strabordante “premio” dello 0,50% riservato a chi detiene il titolo fino alla scadenza non è assolutamente congruo rispetto al rischio insito in questo titolo, visto che l’Italia paga interessi più alti perfino di Grecia e Portogallo?
Certamente davanti a titoli strillati in prima pagina dai principali quotidiani finanziari è difficile rimanere lucidi:
Aaah, se la gente prestasse alle proprie finanze la stessa attenzione che dedica alla pubblicità della Esselunga o alla successione di Berlusconi...
Ma mi rendo conto che è decisamente più facile e semplice:
"Portami € 100.000,00 e ti dò € 4.000,00 all'anno per i prossimi 5 anni"
E allora, attacchiamo il ciuccio dove vuole il padrone o proviamo a perlustrare anche altri lidi?
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