Autore: Tommaso Rinaldi
Data di pubblicazione: 25 luglio 2024
STRUMENTI FINANZIARI E FISCO: UNA NORMATIVA DA MIGLIORARE
Come tutti sanno, gli investimenti finanziari possono genere dei guadagni o delle perdite; nel primo caso si parla di plusvalenze (dette anche capital gain), nel secondo di minusvalenze.
In Italia, le plusvalenze sono tassate al 26% (tranne i titoli di stato, tassati al 12,5%); le minusvalenze, invece, generano un credito d’imposta.
Cosa comporta il “credito d’imposta”?
Che l’investitore ha la possibilità di compensare questa perdita con i guadagni che si verificheranno nei quattro anni successivi.
Tutto semplice, vero? Manco per niente!
Infatti, solerti burocrati hanno partorito la distinzione tra “redditi di capitale” e “redditi diversi”, tant’è che se i guadagni vengono ottenuti utilizzando direttamente delle azioni, il fisco parla di “redditi diversi”; se, invece, i guadagni sono ottenuti da un fondo o da una sicav che utilizza parimenti azioni questi vengono catalogati come “redditi da capitale”!
In pratica, se investendo € 10.000,00 si ottiene un guadagno del 50% utilizzando una sicav che investe sul mercato azionario italiano e, al tempo stesso, con altri € 10.000,00 una perdita del 40% su una sicav che investe sul mercato azionario cinese, il fisco italiano non consente di compensare i due risultati (guadagno complessivo di € 1.000,00) ma esige il pagamento immediato del 26% sui € 5.000,00 di guadagno (tassa pari a € 1.300,00), rimandando ai quattro anni successivi la minusvalenza di € 4.000,00 ( credito d’imposta di € 1.040,00).
Una somma importante (da € 260,00 a € 1.300,00) tenendo anche conto che, per poter compensare il credito d’imposta, l’investitore dovrebbe avventurarsi in acquisti diretti di azioni singole, certificates, derivati, ETC o obbligazioni, inserendo in portafoglio ulteriori elementi di rischio ed inefficienza (il cosiddetto “Rischio Specifico”), stante questa cervellotica distinzione.
Stessi strumenti, fiscalità diversa.
Sembra di rivivere uno dei tanti sketch del sardo Nico (Aldo, Giovanni e Giacomo) presenti nella trasmissione televisiva “Mai dire Gol”, in cui cambiavano parole e sostantivi a seconda di come girava il vento; con la differenza che lì si trattava di far ridere, qui è tutto tremendamente vero.
C’è da aggiungere, tuttavia, che la legge 111 del 2023 dovrebbe porre fine a questo sistema fiscale, con vantaggi importanti per gli investitori; infatti, l’articolo 5 della legge appena richiamata prevede l’abolizione della distinzione tra redditi di capitale e redditi diversi, dando la possibilità agli investitori di compensare plusvalenze e minusvalenze utilizzando tutti gli strumenti finanziari a disposizione.
In pratica, ciò che conterà sarà il risultato finale complessivo del patrimonio: se ci sarà un guadagno si pagherà la tassazione prevista, altrimenti verrà generata una perdita il cui credito d’imposta potrà essere compensato successivamente.
Entro agosto 2025 si riuscirà a porre fine a questa stortura?
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